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L'informatica e i non vedenti

Il tema può essere quanto mai strano, ma per quanto fuori luogo possa sembrare, l’argomento informatica interessa e affascina i non vedenti né più né meno di quanto ne sono conquistati i vedenti. Ne è prova il fatto che tra i clienti di Bor.Da. Informatica ci sono anche non vedenti.

Il fascino di questa materia ovviamente cattura in modo differente le varie persone: per la possibilità di tenere comunicazione a distanza, per le potenzialità di comuni applicativi, ed infine anche per la curiosità degli aspetti tecnici del settore stesso.

Volutamente l’espressione sin qui usata è "non vedente" e sarà usata, senza ulteriori giri di parole, anche quando dovesse essere necessaria più avanti. Nel linguaggio corrente, talvolta vengono usate espressioni contorte quali “diversamente abile” (è quella attualmente più in voga) quasi che l’uso di una espressione tradizionale possa essere offensiva o discriminatoria. Il più delle volte invece sono i vedenti che si fanno problemi sull’handicap dei non vedenti mentre i non vedenti comunque riescono, in maniera diretta o con l’ausilio della tecnologia, compensare alla menomazione.

Certo, la vista permette tra due battiti di ciglia di cogliere l’innumerevole quantità di cose sparse per la scrivania, la loro distanza, il loro stato di funzionamento e così via. Ed il non vedente, affinando nel tempo l’uso di altri sensi quali il tatto e l’udito, seppur non nella medesima immediatezza, può cogliere gran parte delle medesime informazioni.

E quale contropartita, se i vedenti sono bravi ad osservare e a catturare la distribuzione di quanto sta intorno, i non vedenti con l’udito riescono altrettanto a ricreare la spazialità circostante.

La tecnologia stessa, con ausili informatici, quali barre-braille e sintetizzatori vocali, permette ai non vedenti di usare l’informatica applicata con la stessa dimestichezza dei vedenti.

E l’aspetto tecnico dell’informatica? Per un non vedente non è un problema. Ci sono non vedenti che smontano e rimontano, assemblano e disassemblano il proprio PC tanto quanto un vedente. Certo, magari sotto questo aspetto talvolta chiedono qualche informazione in più per procedere correttamente, ma non in maniera tale da negare anche il mettere le mani dentro una macchina. Talvolta, una semplice descrizione testuale può agevolare l’utente nell’assemblaggio quanto una fotografia per un vedente.

Il problema talvolta, circa la cecità, non è nei non vedenti, ma nei vedenti stessi.

Un esempio che può sembrare paradossale, suggerito proprio da un non vedente.

E’ stato recentemente sviluppato un programma di posta elettronica specifico per i non vedenti. Era necessario questo genere di investimento? La risposta è NO, la dimostrazione sta proprio nel fatto che comunque prima della realizzazione di questo software ed anche tutt’ora i non vedenti stanno usando i programmi tradizionali. L’indispensabilità sarebbe tale se prima d’ora i non vedenti non avessero accesso alla posta elettronica e questo fosse possibile solo da questo momento in poi.

Lo spunto di questo articolo si ricollega immediatamente a quanto pubblicato in una precedente newsletter in cui il consiglio dei ministri (vedi l’articolo http://www.borda.it/promo/101210a.htm) vorrebbe che il collegamento e la configurazione di un modem-router alla rete telefonica venga fatta da tecnici iscritti ad un albo.

Ci sono non vedenti che hanno provveduto da sé a realizzare questa operazione, indice certo, quindi, che i rischi di folgorazione o esplosione sono quanto mai remoti. Probabilmente la cecità non sta negli utenti, vedenti o non vedenti che siano, ma in un modo distorto in cui si vorrebbero far apparire certe cose.

 


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